Adesso, i totem devono essere lasciati senza indicazioni... In che senso?
Il Tar Lazio ha di recente dichiarato illegittimo il decreto del governo Meloni relativo al cartello del prezzo medio della benzina e del gasolio: target dell’esecutivo, far scendere il costo dei carburanti. E ora quindi che fine fa quel totem? Il gestore deve mantenere il cartello stesso installato dal titolare dell’impianto: non può essere rimosso da chi gestisce. Tuttavia, va lasciato in bianco, vuoto, senza indicazione. Il decreto annullato dal Tar prevedeva un aggiornamento quotidiano e la decorrenza della prescrizione dal 1° agosto 2023: obblighi che sono attualmente decaduti in fatto e in diritto. Nessuna autorità di vigilanza potrebbe in questi giorni elevare i relativi verbali ai gestori.
Può darsi che il governo faccia ricorso al Consiglio di Stato. Che però non potrebbe assumere una decisione in merito presto, il che lascerebbe al momento un buco normativo. Inoltre, un eventuale nuovo decreto emanato dal governo sarebbe impraticabile e soggetto a immediato blocco.
Comunque, il cartello è inutile: non fa calare i prezzi dei carburanti. Quando i costi aumentavano ad agosto e settembre per effetto delle dinamiche Platt’s (barile di petrolio più caro), il cartello non ne ha evitato l’aumento: nulla può sul mercato internazionale dei raffinati. Né sul margine industriale. Quando a ottobre e nella prima fase di novembre i prezzi diminuivano, è per il costo del barile di oro nero che scendeva.
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